Decreti legislativi sulla Buona Scuola - Innovazione o Destrutturazione? La cronaca del Convegno

Data pubblicazione: Apr 08, 2017 10:26:34 AM

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Pubblichiamo la cronaca del Convegno sui Decreti legislativi sulla Buona Scuola - Innovazione o Destrutturazione?

Ore 10.00 - Antonietta Troina

Apre i lavori spiegando le ragioni del convegno, ponendo l'accento sul fatto che è mancata, all'interno della categoria, la discussione sui decreti legislativi. Le deleghe incideranno profondamente nel tessuto scolastico italiano e, tuttavia, i destinatari non ne hanno grande conoscenza.

Ore 10.15 - Angela Accascina, Segretaria generale FLC CGIL Enna.

Dopo i saluti di rito, la Segretaria della FLC di Enna richiama l'attenzione sui bambini ed i ragazzi, con l’auspicio di un rinnovamento della Scuola e della società che li riguardi. Richiama alla memoria anche i femminicidi, perché non si dimentichi che il privato diventa cifra politica e la narrazione privata trasmigra verso una dimensione pubblica. I docenti universitari che si indignano per il maltrattamento della lingua italiana dovrebbero riflettere di più sulla deriva della scuola pubblica, statale e gratuita per tutti, in un processo di recupero della memoria che ci porta al tempo in cui il pane e i diritti costituivano un binomio inscindibile.

Il neoliberismo, invece, ritiene che le diseguaglianze culturali, la frammentazione, l'aggressione e sistematica distruzione dei diritti siano funzionali alla creazione di una società competitiva, brutale verso le debolezze,legata al falso mito del merito, secondo una logica aziendalista che depaupera di risorse la Scuola come centro produttore di pensiero critico e divergente. A Scuola si coltiva l'umanità e il rispetto verso tutti.

Continua la relazione con una panoramica sugli effetti disastrosi dell'applicazione della Legge 107 che già si rilevano in tutti gli ordini di Scuola.

Radio Art. 1 - L'intervista ad Angela Accascina

Ore 10.35 - Lillo Fasciana - Coordinatore regionale Democrazia e lavoro in FLC CGIL Sicilia -

Atto N. 377 - Il sistema di formazione iniziale e di accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado - Reclutamento a tutele crescenti”

Presenta la delega su formazione e reclutamento mettendone in evidenza i punti salienti. In particolare evidenzia che i nuovi meccanismi di accesso alla docenza prevedono un percorso della durata di tre anni attraverso attività formazione, tirocinio, esperienza di insegnamento.

Il concorso, indetto su base regionale, si rivolge alle scuole secondarie, ha cadenza biennale, e riguarda i posti comuni, di sostegno e tecnico-pratici.

Durante il primo anno si consegue la specializzazione, quindi si passa agli step successivi caratterizzati dal tirocinio diretto e indiretto al secondo anno e dalle supplenze al terzo anno. Ciascuno step è caratterizzato da una serie di attività ed esami che conducono alla funzione docente.

E’ prevista una fase transitoria per chi è inserito nelle GAE o in Terza fascia di istituto con 36 mesi di servizio nonché il TFA per le classi di concorso le cui graduatorie provinciali siano esaurite.

Un percorso lungo che presenta criticità. La fase transitoria non dà una risposta definitiva ai precari; il percorso triennale è eccessivamente lungo per l’accesso al ruolo; il contratto che si stipula non permette l'immissione in ruolo tradizionalmente inteso, ma l'inizio di un capzioso percorso ad ostacoli; il trattamento economico è di circa quattrocento euro lordi; è possibile che il neo immesso non superi uno step e in tal caso venga licenziato.

In una parola si tratta di un contratto a tutele crescenti: il jobs act applicato alla Scuola, la destrutturazione del contratto di lavoro, l’avvio della precarizzazione della condizione professionale.

Superato il concorso, il docente deve essere considerato di ruolo a tutti gli effetti, con le garanzie e le tutele contrattuali esistenti in ordine ai diritti e alla retribuzione!

Ore 10.55 - Renata Puleo - Già Dirigente Scolastica, membro del gruppo NoINVALSI di Roma

Atti N. 378 e 384 - La promozione dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità - L’adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti e degli Esami di Stato.

L'ideologia cattiva è quella che stringe il pensiero, costringe verso condotte performative, esemplificativa è, in tal senso, l'Invalsi, una sorta di grande fratello del Miur che con questo occhiuto strumento controlla le Scuole ed elargisce risorse a quelle convergenti, infatti, il mercato come dato naturalizzato e le condotte performanti sono la cifra narrativa della nostra società e dunque anche della visione della Scuola.

Il consenso alla Riforma, anche di tanta parte della sinistra, è avvenuto attraverso parole accattivanti, bonarie, inglesi.

L'Invalsi schiaccia sulla media standard le differenze degli allievi, così dai rapporti emerge che la curva di Gauss taglia la parte bassa (disabili esclusi) e la parte alta ( i genialoidi che rivelano pensiero divergente). L'Invalsi non garantisce equità e ha permeato di sé anche molti aspetti della legge 107.

La valutazione, infatti, richiama platealmente i principi dell'Invalsi e nell’eccesso di deleghe, nella pletora delle documentazione si è scorrettamente giocato su termini come inclusione, integrazione, disabilità, rendendoli confusamente ambigui per poterne piegare il significato ai propri scopi, quando non si è fatto ricorso al linguaggio medico e scientifico che ha affascinato molti docenti per il rigore con il quale consente di schematizzare, semplificare, medicalizzare.

Gigi Rossi - Centro Nazionale FLC CGIL - Atto N. 379 - La revisione dei percorsi dell'istruzione professionale. “Quali prospettive?”

La delega sulla Formazione Professionale ha modificato pesantemente la didattica parcellizzando il percorso di istruzione, dimostrazione ne sia che, dato un raccordo ideologico tra istruzione formazione, lavoro, la dispersione è di fatto imputabile all'incapacità della Scuola, così come la disoccupazione è imputabile alla rigidità del mercato del lavoro. Tutto ciò ha ricadute sulle deleghe della legge 107 che cambiano i connotati democratici del nostro Paese. Per esempio, la legge non si misura sulla tematica dell' obbligo scolastico, poiché obbedisce ad una logica aziendalistica e fumosamente meritocratica. Nello scenario di Rivoluzione industriale e tecnologica complessiva 4.0 occorrerebbe una nuova visione dei percorsi di istruzione e formazione.

Filippo Ciancio - Dirigente Ambito Territoriale VI Caltanissetta/Enna - L’alternanza scuola lavoro nei processi formativi - Istruzione e formazione: il punto della situazione”

E' operativa anche nei Licei; sono arrivate risorse finanziare significative, ma insufficienti, ci sono in Sicilia oltre mille imprese che offrono servizi alla Scuola. Il Miur ha disposto uno statuto che garantisca i diritti delle studentesse e studenti e una cabina di regia in sinergia con il Ministero del Lavoro.

Non ci sono indicazioni normative (il riferimento rimane una legge degli anni '90) in merito all'alternanza, ma linee guida, criteri che vorrebbero fare chiarezza nella giungla di questa materia.

Ogni USR ha espresso un parere sulla legge 107 e quello siciliano ha valutato come criticità:1) la difficoltà dei docenti di allinearsi alla Legge; 2)un numero inadeguato di insegnanti tecnico-pratici, che aiuterebbe a combattere la dispersione; 3) la diminuzione delle ore di discipline generaliste, nel biennio della Secondaria di II grado; 4)un interesse scarso per la dispersione scolastica.

L'auspicio è una Scuola sul modello finlandese: niente valutazione per gli insegnanti, ma reclutamento severissimo.

Micol Tuzi - Pedagogista – Coordinatrice per gli asili nido e per l’infanzia presso il Comune di Bologna - Delegata RSU Cgil

Atto N. 380 - L’istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni. “Opportunità o occasione mancata?”

Nel territorio di Bologna il servizio è gestito dal pubblico e dal privato in rapporto virtuoso. In Emilia Romagna si attribuisce valore educativo al segmento 0/6

In Europa c'è un gruppo di studio che ha elaborato i principi dell'educazione e cura dell'infanzia, necessaria per strutturare i saperi successivi e la personalità; occorrono: 1)servizi efficienti;2) lavoro di ricerca;3) monitoraggio e valutazione;4)Forza lavoro, ossia le condizioni di lavoro fondamentali per la qualità del servizio;5) governance dello Stato che renda il servizio realmente effettivo in tutta Italia. Infine occorre distinguere tra cura del bambino e progetto didattico-educativo.

Fabrizio Bocchino - Senatore 7^ Commissione Permanente Istruzione Pubblica Beni Culturali - "Le valutazioni della Commissione sui decreti legislativi"

L'iter della Legge – delega implica che il Parlamento deleghi il Governo a legiferare: il Governo si autodelega a scrivere una Legge che non può essere emendata dal Parlamento, il quale può solo esprimere pareri non vincolanti.

Questa legge non è emendabile, va respinta nella sua interezza per i suoi evidenti profili di incostituzionalità e antidemocraticità.

L'origine della Legge- delega ha una violenza di fondo che afferisce al proposito del Governo di intervenire nella Scuola senza interferenze.

Le proposte di modifiche sono insufficienti per dare un giudizio positivo sulle deleghe. Per esempio i diritti dei disabilie l'inclusione a Scuola, vanto del nostro paese dagli anni '70, sono messi seriamente a rischio dall'impianto di questa Legge. L'istruzione deve porre al centro i discenti; deve essere pubblica; sottratta alle logiche di mercato; gratuita, sottratta alle mortificazioni di censo; autonoma e collegiale.

Francesco Sinopoli - Segretario Generale Nazionale FLC CGIL

Conclusione dei lavori della prima sessione

Don Milani prevedeva l'emancipazione delle classi deboli, la crescita democratica del Paese attraverso la Scuola.

L'arretramento nel Paese di chi vive del proprio lavoro ha subito un pesante attacco dal blocco conservatore, indebolito da una redistribuzione della ricchezza.

Modello di mercato, competitività diffusa in tutta la società. L'istruzione per essere chiave di sviluppo non deve riguardare tutti, ma solo chi se la può pagare.

Di fronte a questo modello occorre una riscossa collettiva. Necessita un progetto che ricostruisca le priorità della Scuola a partire da Don Milani. Occorreva un disegno di legge e non una legge- delega, Invalsi, inclusione, stabilizzazione posti di sostegno, Contratti di lavoro.

Portato a casa il piano di assunzione dei precari bisogna puntare a contrastare le disuguaglianze che questa legge ha amplificato. Rinnovo dei contratti, educazione permanente.

Interventi dibattito

Antonio Pirrone - Docente di Catania

Perplessità sull'intervento del senatore Bocchino in merito al fatto che il 17 aprile rappresenti il punto di partenza per una nuova rivolta, mentre c'è già stato, il 5 maggio di due anni fa. Il 4 dicembre, dopo il referendum, Renzi è stato costretto alle dimissioni, ma resta il fatto che il referendum sul Jobs act non è stato ammesso dalla Corte costituzionale e non sono state raccolte le firme necessarie per il referendum sulla 107..

Giovanni Lo Cicero - Responsabile regionale Formazione Professionale FLC CGIL Sicilia

Sottolinea un passaggio, già valorizzato da Rossi e da Sinopoli: c'è il diritto costituzionale alla formazione dei lavoratori, il che nella L. 107 viene stravolto dal disegno incompiuto sula formazione professionale. Nelle deleghe viene distrutta la possibilità di integrare l'inclusione sociale e le istanze delle famiglie in una forma di istruzione statale, perchè la formazione professionale viene relegata in un posto marginale, così come ha dimostrato il caso Sicilia, per i quale, invece si è cercato di proporre una soluzione senza che, tuttavia, questa dia stata accolta da chi di competenza.

Katia Perna - Docente di Catania

L'approvazione delle deleghe segna la fine di un percorso che inizia prima di Renzi e scardina un'idea di società che è stata costruita dopo la Guerra.

Occorre assumere coscienza del fatto che queste deleghe sono modelli già falliti in altri Paesi, pertanto destinati ad un sicuro fallimento. Frank, infatti, nel Wall Street Journal parla di disuguaglianza sociale e debiti come esito di questo modello di verticalizzazione.

Occorre, dunque, ripartire da ciò che è stato, anche dalla scuola dell'Autonomia, che, comunque, ha trovato una sua realizzazione attraverso l'impegno dei docenti. Quegli stessi docenti che, spesso, hanno rifiutato il bonus e contrastato certe storture della 107.

I docenti devono mostrare le loro competenze? Si ricordi, allora, che “competenza” è espressione utilizzata per definire quanto compiuto dai soldati al rientro dalla Seconda Guerra Mondiale, competenza è espressione aziendalistica, ma competenza è parola con senso se sono gli insegnanti a dargliela, se sono i Sindacati a contribuire alla costruzione di “un nuovo modo di guardare il mondo” per dirla con Calvino.

Sergio Castiglione - Collaboratore scolastico Caltanissetta

Il problema è sociale, frutto di una mentalità capitalistica che bisogna rivedere perché si possa ricominciare, perché si possa veramente parlare di integrazione. In tal senso ci si riferisce agli immigrati ed ai loro figli che devono avere le stesse possibilità degli altri.

Renata Puleo - NoINVALSI di Roma

La stagione di lotte c'è stata, ma deve riprendere, perché la funzione legislativa è del Parlamento, non solo del Governo. Per quanto riguarda l'INVALSI,la stessa ha per suggeritori gli Agnelli e la Compagnia di San Paolo, che vogliono l'introduzione del linguaggio economico nelle prove.

Si prenda ad esempio l'espressione “valore aggiunto” o “regressione”. Mazzi, l'economista, si pronuncia proprio sul valore aggiunto in riferimento a quello degli insegnanti ed è qualcosa di inquantificabile ed incommensurabile che nulla ha a che fare con l’economia.

Valentina Chinnici - Segreteria Nazionale CIDI

È opportuno riptendere il valore delle parole, come valutazione e competenza. Valutazione non è merito, viene da “valeo”, stare bene, e valutare significa poprio questo, così come competenza ha quel prefisso “cum” che significa insieme, come già aveva interpretato Don Milani. Ora, nell'uso di valutazione e competenza dove è finita la pedagogia, quella della Montessori o di Don Milani, appunto?

L'associazionismo e i sindacati devono collaborare per definire la figura del docente, senza lasciare spazio a chi, come i 600 firmatari, fanno da detrattori, approfittando persino di mancanze come quelle di De Mauro che, con le sue “10 tesi per un’educazione linguistica democratica”, rappresenta un momento importante per la scuola e la formazione all'inclusione.

Grazia Maria Pistorino - Segretario Generale Flc Cgil Sicilia

Questa giornata di approfondimento è stata utile ed interessante, perché la FLC vuole porre l'attenzione su deleghe che sono tra le parti peggiori della L.107.

L’opposizione alle deleghe è stata fatta nel merito delle stesse, non è a prescindere, ma sulla loro iniquità e sulle diseguaglianze che producono.

Il 30 novembre 2016 però, con la Madia, si è ottenuta la possibilità che la contrattazione deroghi la legge, quindi il sindacato non è responsabile della Legge 107, ma può contribuire a modificare, con una resistenza culturale ciò che è utile derogare per ritornare alla scuola come luogo che annulli le differenze e contribuisca alla creazione di una società equa.

Saverio Cipriano . Coordinatore Regionale Area Programmatica Democrazia e lavoro in CGIL Sicilia

L'area programmatica di democrazia e lavoro ha visto nell'attacco alla scuola un attacco al Paese, al mondo del lavoro e della cultura per la creazione di una società classista. Come è stato possibile non raggiungere il numero di firme utili per richiedere il referendum abrogativo? Come è possibile che la nostra società non ne abbia compreso il valore?

Oggi i figli delle classi sociali più basse non possono più accedere all'istruzione come mezzo di ascesa sociale, perché il neoliberismo dominante ha quasi azzerato le conquiste degli anni Settanta.L'evasione scolastica cresce, al pari della povertà e l'università è per pochi, pertanto è opportuno tornare alla lotta e l'ideologia deve tornare a vivere perché si riaccenda la speranza di uguaglianza per le nuove generazioni.

Monica Genovese - Segretaria CGIL Sicilia

Utile iniziativa per la CGIL quella della giornata di studi e riflessioni di oggi, soprattutto per quanto concerne l'attacco alla scuola ed al lavoro che è in atto.

Innovazione? No, di certo siamo di fronte ad un momento di destrutturazione niente affatto positivo, perché il Jobs act non ha portato benessere, né lo ha fatto la L.107.

In Sicilia ci sono 500000 giovani che non studiano e non lavorano; perchè? Perchè la formazione in Sicilia è giunta al punto in cui si trova oggi? Bisogna intrecciare la lotta per la scuola ed il lavoro, perché sono intimamente connessi, ecco perché sono importanti i Referendum sul lavoro e la partecipazione agli stessi, ecco perché è importante discutere della L.107 e continuare a lottare per un paese civile e democratico.

Nicola Nicolosi - Coordinatore Nazionale Area Programmatica Democrazia e lavoro

Conclusioni

Focalizzare l'attenzione sulla “Buona scuola”, retoricamente intesa, è interessante, perchè c'è stato non solo uno slittamento lessicale ma anche la creazione di una anticultura a favore del “pensiero unico” che, invece bisogna contrastare.

La cultura Neoliberista va sconfitta, perché nella globalizzazione le differenze si sono marcate ed è evidente la linea di frattura fra capitale e lavoro, ove l'ultimo ha perso la centralità a favore di giochi finanziari. La BCE ha speso miliardi per salvare il mercato finanziario, ma la povertà aumenta ed i lavoratori non possono aspirare a stare meglio.

Le politiche Keynesiane sono state superate e dimenticate perché siamo in presenza di una crisi della democrazia che può essere sanata solo con un vero ritorno alla politica ed alle sue funzioni. E la politica può essere ripresa a partire dalle leggi elettorali che consentano ai cittadini la scelta dei loro rappresentanti ed una reale partecipazione all'amministrazione della società.

Bisogna essere resistenti e raccogliere con forza le capacità di discussione perché bisogna ricostruire a partire dal mondo della scuola e e del lavoro!