AL VIA LA CAMPAGNA REFERENDARIA CONTRO L'ABROGAZIONE DI PARTI DELLA LEGGE 107 "La buona scuola"

Data pubblicazione: Mar 24, 2016 12:3:14 AM

REFERENDUM PER L’ABROGAZIONE DI ALCUNE PARTI DELLA LEGGE 107

Pubblichiamo il testo definitivo dei quesiti referendari sulla scuola su cui la FLC CGIL avvierà la campagna di raccolta delle firme.

Il testo, frutto di un lungo e complesso lavoro di confronto fra le organizzazioni promotrici e i costituzionalisti che hanno dato il loro fondamentale contributo di elaborazione, riguarda, come è noto, l'abrogazione delle parti della legge 107/2015 relative alla chiamata diretta dei docenti, al bonus per la valorizzazione del merito, all'imposizione di un tetto di 400 (Istituti tecnici e professionali) e 200 (Licei) ore per l'alternanza scuola-lavoro, al credito di imposta per il finanziamento alle scuole private.

Di seguito un breve testo di illustrazione e chiarimento degli stessi.

Il referendum sulla legge 107. Le nostre ragioni

Il referendum del quale siamo tra i promotori non riguarda l’intera legge 107, anche perché l’abrogazione integrale di una legge non è consentita dalle norme referendarie, ma quegli aspetti che abbiamo ritenuto molto gravi e lesivi di alcuni concetti fondamentali su cui poggia la scuola pubblica e di corretti rapporti tra gli attori che, a vario titolo, lavorano e vivono nella scuola.

Chiamata diretta dei docenti

E a proposito di discrezionalità, chiediamo che vengano aboliti il comma 18 e i commi da 79 a 83 in tutto o in parte, laddove si stabilisce la “chiamata diretta” dei docenti da parte del dirigente. Il docente, chiamato dall’ambito territoriale della scuola, avrà un incarico triennale, anche non rinnovabile, se il dirigente, in base a una modifica del PTOF, riterrà che il docente non gli serva più.

I pericoli di condizionamento del docente sono evidenti, se questi vorrà farsi rinnovare l’incarico. La libertà di insegnamento con questo sistema è fortemente rimessa in discussione. La legge è inoltre molto confusionaria e pasticciona. Al comma 83 si stabilisce che il dirigente scolastico “può individuare nell’ambito dell’organico dell’autonomia fino al 10% di docenti che lo coadiuvano in attività di supporto organizzativo e didattico…”. Ma il dirigente, ha poteri amministrativi e organizzativi (art. 25 del D.Lvo 165/2001), mentre competenze e autonomia nel campo della didattica li ha e li esercita il Collegio Docenti, che in questa legge viene ridimensionato nella sua autonomia e nelle sue prerogative (si veda il comma 14).

Comitato di valutazione

Riguardo al Comitato di valutazione, chiediamo venga abolito il punto che affida a questo organismo l’individuazione dei criteri per la valorizzazione del personale docente. Si tratta del comma 129, punto 3. Il Comitato ha una composizione inedita, essendo presenti anche genitori e studenti che non hanno alcuna competenza per pronunciarsi su temi come la “qualità dell’insegnamento” o “l’innovazione didattica e metodologica”. Sulla base delle indicazioni del Comitato di valutazione il dirigente scolastico “assegna annualmente al personale docente una somma dal fondo…”. È il fondo per la valorizzazione del merito dei docenti. Se ne parla nei commi 126, 127 e 128. Chiediamo che vengano abrogate quelle parti che contengono un altissimo grado di discrezionalità del dirigente nell’erogare il bonus per il merito definito, tra l’altro, “retribuzione accessoria”, quindi materia negoziale. Una prerogativa stabilita da una legislazione che la legge 107 non cancella.

Alternanza scuola‐lavoro

Altro punto riguarda i percorsi di alternanza scuola‐lavoro (commi 33‐44). Noi chiediamo che vengano abrogate le parti del comma 33, che impongono, senza alcuna flessibilità, che gli studenti dei tecnici‐professionali e dei licei svolgano rispettivamente 400 e 200 ore in azienda: una quota fissa che di fatto cancella ogni valenza educativa, perché stabilita al di fuori di qualunque progetto formativo deciso dalla scuola. L’abrogazione di tali parti eliminerebbe anche l’evidente discriminazione che ripropone la classica divisione fra licei propedeutici alla prosecuzione degli studi e i tecnici e professionali propedeutici al lavoro.

Credito di imposta a chi finanzia una scuola pubblica o privata

Chiediamo, infine, l’abrogazione di alcune parti dei commi 145 e 148 che riguardano la concessione di un credito di imposta a chi finanzia una scuola pubblica o privata. Non riteniamo giusto che il credito d’imposta sia concesso anche a chi offre liberalità alle scuole private e non riteniamo giusto che si possa finanziare la singola scuola. Sarebbe giusto e opportuno che della generosità fruisca l’intero sistema delle scuole statali, per evitare che i finanziamenti aggiuntivi arrivino solo dove non ce n’è bisogno. Chi finanzierebbe infatti una scuola di periferia, in un contesto sociale degradato, di disoccupazione, con la presenza di migranti, ecc.? L’abrogazione parziale di tali commi manterrebbe la possibilità di offerte liberali con il previsto sgravio fiscale ma solo per il sistema scolastico statale nel suo complesso e non per le singole istituzioni scolastiche. Il gettito delle offerte sarebbe poi redistribuito alle sole scuole statali secondo le diversificate necessità.

Referendum Legge 107, formulazione quesiti per la Corte di Cassazione